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TUNISIA

Perchè la Tunisia?

TUNISIA_edited

Perché la Tunisia? Perché da qualche parte bisogna pur perdersi, e questo è il posto giusto.


Non per fuggire, ma per capire. Non per cercare l’esotico da cartolina, ma l’umanità che ancora resiste, anche quando si nasconde dietro la polvere, il caos, o un sorriso che non si sa mai se è di cortesia o di malinconia.

La Tunisia è un Paese che non si lascia fotografare facilmente: appena credi di averla catturata, cambia luce, cambia umore, cambia voce. È come una persona viva, mutevole, che non vuole farsi etichettare. Ed è proprio questo che mi ha spinto a creare Lost in Tunisia: la necessità di raccontare ciò che sfugge alle mappe e alle statistiche, di dare un volto alle strade, alle mani, alle voci, agli sguardi che passano inosservati.

Non è nostalgia né ricerca di radici. È una forma di rispetto. Per un Paese che mi ha accolto, insegnato, confuso, fatto ridere e arrabbiare. Per un popolo che sa sopravvivere anche quando il mondo sembra non accorgersi della sua esistenza.

Lost in Tunisia nasce dal bisogno di fermare tutto questo, di dare peso alle sfumature. Non per spiegarle — la Tunisia non si spiega — ma per ascoltarle. Perché qui tutto è contraddizione, ma è una contraddizione che profuma di vita vera: di mare e di deserto, di pane caldo e benzina, di muezzin e clacson, di fede e disillusione, di speranza e rassegnazione.

Raccontare la Tunisia, per me, significa restituirle dignità attraverso lo sguardo. Significa dire al mondo che esiste un luogo dove l’imperfezione non è un difetto, ma la forma più sincera della bellezza.

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