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Il cinema torna tra le dune: a Ksar Ghilane il Sahara diventa uno schermo

  • Immagine del redattore: Max RAMPONI
    Max RAMPONI
  • 25 ott
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 27 ott

FESTIVAL

Nel silenzio assoluto delle dune che si stendono come un mare dorato oltre l’orizzonte, nel cuore del sud tunisino, qualcosa cambia. Le sabbie di Ksar Ghilane non saranno più solo testimoni del vento e del passaggio dei dromedari: presto accoglieranno l’eco di pellicole, proiezioni e sussurri cinematografici. Il cinema torna tra le dune. Dal 29 ottobre al 1° novembre 2025, l’oasi di Ksar Ghilane ospiterà la seconda edizione del Sahara International Film Festival, un evento che trasforma la distesa sabbiosa in uno schermo naturale, ambientando sotto il cielo sahariano non solo film, ma suggestioni e visioni che si rifanno al deserto stesso. La scelta di questo luogo non è casuale. La Tunisia meridionale, e in particolare la zona attorno a Ksar Ghilane, è da tempo considerata un set naturale perfetto per il cinema: paesaggi lunari, dune immense e una luce radente che diventa fondale ideale per storie che non stanno solo nello spazio, ma nel tempo.


Qui il deserto non è un semplice scenario: è protagonista, personaggio, memoria. L’edizione 2025 del festival propone quattro giorni di proiezioni, incontri, workshop e performance all’aperto. L’Algeria sarà il Paese ospite d’onore, e non mancheranno discussioni sul cinema sahariano, sulla produzione in territori marginali e sul rapporto tra paesaggio e film. Le proiezioni notturne sotto le stelle, con il silenzio del deserto come pubblico, promettono un’esperienza che nessuna sala cinematografica potrà mai restituire. Perché riportare il cinema tra le dune significa molto più che organizzare un festival in un luogo suggestivo: è un atto culturale, una dichiarazione di poetica.


È il tentativo di ridare centralità al sud tunisino, spesso relegato ai margini, facendolo tornare luogo d’incontro e di creazione. Le immagini si confonderanno con la sabbia, il vento, il cielo, dissolvendo il confine tra realtà e finzione. Pensateci: l’aria che si raffredda all’imbrunire, il silenzio rotto solo da una colonna sonora che vibra tra le dune, il pubblico seduto su tappeti o cuscini improvvisati, davanti a uno schermo che non è uno schermo, ma il cielo stesso. È un’esperienza che rimette in discussione il concetto di visione cinematografica: non più isolamento, ma comunione; non più spettatore passivo, ma presenza viva dentro un paesaggio che osserva e partecipa. Portare un festival nel mezzo del Sahara è una sfida logistica: trasporti, energia, condizioni tecniche.


Ma è proprio questo il punto. Ciò che nasce in un luogo difficile ha sempre un valore doppio. Il deserto non perdona, ma restituisce verità. E quella verità, fragile e luminosa, sarà proiettata tra le dune di Ksar Ghilane. Per chi ama il cinema, e per chi ama il deserto, questo evento non è soltanto un festival: è un rito. Un ritorno all’essenza della visione, dove la sabbia diventa pellicola e le stelle proiettori. Un incontro tra arte, natura e silenzio che sa di eternità.

📍 Fonti: TAP Info, AL24News, Festival International du Cinéma au Sahara (pagina ufficiale Facebook)

✍️ Testo di Max Ramponi

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