I prezzi degli hotel in Tunisia: indagine su un sistema che divide
- Max RAMPONI

- 31 ott
- Tempo di lettura: 5 min

I prezzi degli hotel in Tunisia: il mare non è per tutti
Basta un clic per capire che qualcosa non torna. Apri un sito di prenotazioni da Tunisi, cerchi un hotel a Hammamet o Djerba, guardi la tariffa. Poi, senza cambiare data né categoria, apri la stessa pagina con una VPN impostata su Parigi o Milano. Magia: la camera costa meno. Non di molto, a volte del 10%, a volte del 30%, ma sempre meno. I prezzi degli hotel in Tunisia sono diventati il termometro invisibile di una disuguaglianza che non ha bisogno di leggi per esistere. Lo stesso sole, la stessa sabbia, lo stesso buffet, ma due listini. Il primo, in euro, per il turista straniero. Il secondo, in dinari, per chi vive qui.Una doppia economia che si regge su una tripla ipocrisia: l’hotel che si dice accogliente, la piattaforma che si dice neutrale, e il governo che finge di non vedere.
I prezzi degli hotel in Tunisia: la prova dei fatti
(Prezzi rilevati su date identiche: 16–18 agosto 2025, camera doppia, cancellazione flessibile, tasso 1 € = 3,32 TND)
Le differenze sembrano piccole, ma la costanza è inquietante. Sempre più alto il prezzo locale, mai l’inverso. E se confronti decine di strutture, ti accorgi che non è una casualità: è una politica.
I prezzi degli hotel in Tunisia: l’alibi del mercato
La versione ufficiale è sempre la stessa: “Sono le regole del mercato.”Gli operatori lo ripetono come un rosario. Gli hotel scaricano la colpa sui tour operator, i tour operator sulle piattaforme, le piattaforme sugli algoritmi. Ma dietro la catena di scuse, la realtà è semplice: gli albergatori tunisini impostano tariffe diverse a seconda dell’origine dell’utente. Il pretesto tecnico si chiama geo-pricing. È un’opzione nei gestionali di prenotazione: il software riconosce l’IP del cliente e propone una tariffa calibrata sulla sua località. In teoria serve a ottimizzare i ricavi. In pratica serve a mungere chi non ha alternative. Quando chiedi a un direttore perché il prezzo cambia, la risposta è un sorriso corto:
“Gli europei prenotano prima e pagano in euro. È normale che abbiano sconti.”
Ma non è normale. Gli allotment spiegano i pacchetti stagionali, non le prenotazioni dirette online. La verità è che chi vive in Tunisia viene trattato come un mercato minore, poco strategico, e dunque sacrificabile. Il risultato è che i prezzi degli hotel in Tunisia diventano una frontiera digitale: una barriera invisibile che separa il cliente ideale (europeo, solvibile, silenzioso) da quello reale (tunisino, impaziente, rumoroso, pagante in dinari).
I prezzi degli hotel in Tunisia: il filtro sociale del lusso
Durante questa indagine, un responsabile marketing di una catena costiera ha ammesso ciò che tutti negano pubblicamente:
“Non è solo una questione di valuta. È anche una questione di immagine. Tenere alti i prezzi serve a selezionare.”
Selezionare cosa? Le persone.O meglio, il tipo di turista. Un altro, più franco, ha riso prima di rispondere:
“Se abbassi troppo i prezzi, arrivano i coatti. Con la cassa Bluetooth e il couscous nella glacière.”
Ecco spiegata la logica non scritta: i prezzi servono a filtrare il pubblico. Non solo per guadagnare di più, ma per evitare chi “rovina l’atmosfera”.È la selezione naturale del turismo: il cliente educato in euro soppianta quello chiassoso in dinari.Il lusso, più che un comfort, diventa un deterrente sociale. Si potrebbe liquidare come folklore, ma il fenomeno è sistemico. Gli hotel che adottano questa politica diventano zone sterili: piscine vuote, sorrisi di circostanza, e nessuna vita reale.Un paradiso artificiale dove anche il silenzio è a pagamento.
I prezzi degli hotel in Tunisia: il corto circuito economico
C’è un’altra contraddizione che nessuno vuole affrontare. Gli stessi hotel che alzano i listini per i residenti si lamentano della bassa stagione. A novembre restano vuoti, a febbraio chiudono.Eppure non propongono tariffe residenti, non incentivano il turismo interno, non fidelizzano la clientela tunisina.Preferiscono restare chiusi in attesa del charter da Bruxelles.
La spiegazione è tutta in una parola: eurocentrismo. Il sistema turistico tunisino è costruito attorno alla valuta estera. Tutto ruota attorno a chi porta moneta convertibile, anche a costo di escludere chi tiene in piedi l’economia quotidiana.
In altre parole, i prezzi degli hotel in Tunisia non rispondono alla logica del profitto sostenibile, ma a quella della rendita immediata.È un’economia dell’apparenza, dove la piena occupazione vale meno di una foto su Instagram con il resort semivuoto ma “di classe”.
I prezzi degli hotel in Tunisia: tra coloniale e digitale
L’errore, forse, è culturale. L’ospitalità tunisina — quella autentica, popolare, di casa e di strada — è stata sostituita da un modello importato, asettico, “internazionale”.Niente odori, niente rumore, niente improvvisazione.Solo regolamenti, dress code e musica d’ambiente. In questo contesto, il turista tunisino è l’anomalia. Parla troppo, contratta, ride, pretende di essere trattato da pari. E così i prezzi degli hotel in Tunisia diventano anche una forma di autodifesa simbolica: l’albergatore si “europeizza”, si distingue dai suoi stessi clienti, li guarda dall’alto di una tariffa maggiorata. Non è solo economia. È psicologia coloniale in chiave digitale.Lo straniero paga meno perché è desiderato. Il locale paga di più perché è tollerato.
I prezzi degli hotel in Tunisia: la falsa logica del libero mercato
Le giustificazioni non mancano. “Inflazione”, “cambio sfavorevole”, “forniture importate in euro”. Tutto vero, in parte. Ma tutto strumentale. Se davvero si trattasse di costi, gli hotel applicherebbero sconti residenti per stimolare la domanda interna nei mesi vuoti.Non lo fanno. Perché il problema non è la domanda, ma il tipo di clientela. Gli addetti ai lavori lo sanno: la clientela tunisina spende meno al bar, non ordina vino, chiede il conto. Meglio un charter pieno di francesi che un weekend di famiglie tunisine. Il paradosso è che la Tunisia si promuove come meta economica, ma per i tunisini diventa inaccessibile. E così i prezzi degli hotel in Tunisia finiscono per sancire una nuova forma di apartheid economico: un mare per chi arriva, e un mare per chi resta.
I prezzi degli hotel in Tunisia: la fotografia finale
Alla fine, tutto si riduce a un paradosso: il turismo tunisino vive vendendo l’immagine di un Paese accogliente, ma cresce escludendo i suoi cittadini.Le spiagge non sono più un luogo comune, ma un confine.Gli hotel non sono più un servizio, ma una barriera. La valuta, l’unica vera carta d’identità. E mentre le statistiche ufficiali celebrano l’aumento dei flussi turistici, nessuno conta quanti tunisini rinunciano a partire perché i prezzi degli hotel in Tunisia li hanno tagliati fuori. Il Paese si è specializzato nel vendersi, non nel appartenersi.E questa, più che una questione economica, è una scelta politica: chiudere le porte di casa per affittarla a chi viene da lontano.
📌 Fonti e link utili
Tunisian Hotels Are Too Expensive for Domestic Travelers – Tourism Review
Hotel Accommodation Rates and Tour Operator Policies – Carthage Group
Huge Increase in Tourist Tax! – TripAdvisor Forum
How Expensive Is Tunisia to Travel? – The Restless Beans
TunisieBooking & Expedia data checks (agosto 2025) – Lost in Tunisia survey
✍️ Testo di Max Ramponi
🌍 Lost in Tunisia – La Tunisia non si visita: si attraversa
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